Capitolo 2 – Un Nuovo Amico
Dopo aver trascorso una giornata meravigliosa al parco, Pongo e i suoi amici decisero di esplorare una parte del villaggio che non avevano mai visitato. Mentre camminavano lungo un sentiero fiorito, Pongo si sentiva pieno di energia e curiosità. La primavera era nel pieno della sua bellezza, con i fiori rosi che sbocciavano e gli alberi che si riempivano di foglie verdi.
“Dove andiamo ora?” chiese Lulù, scodinzolando eccitata. I suoi occhi brillavano di entusiasmo, mentre il sole splendeva sopra di loro.
“Ho sentito parlare di un vecchio mulino abbandonato poco più in là. Dicono che sia pieno di sorprese!” rispose Pongo, gli occhi che brillavano di avventura. Era sempre affascinato dalle storie che circolavano nel villaggio e sentiva che quel mulino potesse nascondere misteri interessanti.
“Un mulino? Spero che non ci siano ragnatele!” esclamò Fido, fingendo di spaventarsi. “Non voglio trovare ragni giganti!”
“Ma dai, Fido! Sarà divertente!” ribatté Lulù, ridendo. “Chissà quali avventure ci aspettano!”
I tre amici si diressero verso il mulino, attraversando campi di fiori colorati e prati verdi. Durante il cammino, Pongo raccontò delle storie che aveva sentito dagli anziani del villaggio su quel luogo misterioso. “Si dice che un tempo fosse un luogo di lavoro per molti animali. Ora è diventato una casa per creature solitarie,” spiegò Pongo, mentre avanzavano lungo il sentiero.
Quando finalmente arrivarono al mulino, rimasero colpiti dalla sua bellezza rustica. Le pale del mulino, anche se ferme, sembravano raccontare storie di tempi passati. I muri di pietra erano coperti di muschio e fiori selvatici che crescevano tra le crepe.
“All’interno potrebbe esserci qualcuno,” suggerì Fido, annusando l’aria con curiosità. “Spero che non siano fantasmi!”
Entrarono nel mulino e, con sorpresa, trovarono un piccolo gattino grigio che si stava nascondendo in un angolo. Era spaventato e tremava, con gli occhi grandi e vulnerabili.
“Ciao, piccolo! Non aver paura,” disse Pongo, avvicinandosi lentamente. “Ci siamo solo noi. Sei solo qui?”
Il gattino alzò gli occhi, mostrando un’espressione di paura. “Sì… sono scappato da casa. Non so come tornare indietro,” rispose timidamente, la voce tremante.
“Non preoccuparti, ti aiuteremo!” esclamò Lulù, avvicinandosi con gentilezza. “Io sono Lulù, e questi sono Pongo e Fido.”
“Mi chiamo Micio,” disse il gattino, con un filo di voce, abbassando la testa.
Pongo si sedette accanto a lui e disse: “Raccontaci cosa è successo. Come mai sei finito qui?” La sua voce era calma e rassicurante.
Micio spiegò che era uscito per esplorare il mondo esterno, ma si era perso e non riusciva a trovare la strada di casa. Pongo, sentendo la tristezza nella voce del gattino, decise di aiutarlo.
“Non ti preoccupare, Micio. Insieme troveremo la tua casa. Dove abiti?” chiese Pongo, cercando di infondere coraggio nel piccolo.
“Vicino al grande albero di quercia, ma non riesco a ricordare il percorso,” rispose Micio, con gli occhi aperti tra azzurri e verdi .
“Non ti preoccupare, abbiamo un ottimo senso dell’orientamento!” disse Fido, annuendo con determinazione. “Iniziamo a cercare!”
I tre amici e Micio uscirono dal mulino e si misero in cammino. Lulù e Fido annusavano l’aria, cercando di riconoscere i profumi familiari del villaggio. Mentre camminavano, Micio cominciò a sentirsi più a suo agio. Raccontò delle sue avventure e di come amava arrampicarsi sugli alberi. Pongo si rese conto che, proprio come lui, anche Micio era un esploratore nato.
“Adoro arrampicarmi sugli alberi!” esclamò Micio, gli occhi che brillavano. “Posso saltare da un ramo all’altro come un acrobata!”
“Anche noi amiamo correre e giocare!” disse Lulù, felice di conoscere meglio il nuovo amico. “Dobbiamo fare un giorno di giochi insieme!”
Dopo un po’ di tempo, Pongo si fermò e disse: “Aspettate un momento! Ricordo di aver visto un grande albero di quercia mentre passeggiavamo nel villaggio. Dobbiamo andare in quella direzione!”
“Seguiamo Pongo!” esclamò Lulù, e i quattro si misero in cammino verso il grande albero.
Finalmente, dopo un breve tragitto, arrivarono davanti al maestoso albero di quercia. Micio si illuminò di gioia.
“È qui! È qui!” esclamò, correndo verso l’albero. “Questo è il mio giardino!”
“Ecco, guarda, quella è casa tua?” chiese Fido, indicando un piccolo giardino accanto all’albero, dove c’era un sacco di foglie apposite a terra.
Micio annuì, felice di aver ritrovato il suo rifugio. “Grazie, grazie mille! Non so cosa avrei fatto senza di voi!” La sua voce era piena di gratitudine.
“È stato un piacere aiutarti, Micio,” disse Pongo, scodinzolando. “Se hai bisogno di noi, non esitare a cercarci!”
Micio si avvicinò e, con un gesto affettuoso, strusciò contro Pongo. “Siete i migliori amici che potessi desiderare!”
Con un ultimo saluto, Pongo, Lulù e Fido si allontanarono, felici di aver fatto un nuovo amico e di aver aiutato qualcuno in difficoltà. Mentre tornavano verso il villaggio, Pongo si sentiva soddisfatto. Ogni giorno portava nuove avventure e nuovi legami, e lui non vedeva l’ora di scoprire cosa sarebbe successo il giorno seguente.
“Chissà quali altre avventure ci aspettano!” disse Pongo, guardando i suoi amici con un sorriso. “Ogni giorno è un’opportunità per scoprire qualcosa di nuovo.”
“E per aiutare chi ne ha bisogno,” aggiunse Lulù, con un sorriso luminoso.
Fido annuì. “Sì! E magari domani possiamo esplorare un altro angolo del villaggio. Ci sono così tanti posti da vedere!”
Mentre camminavano, il sole cominciava a tramontare, dipingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa. Pongo si fermò un momento per ammirare il panorama. “La natura è davvero meravigliosa,” disse, ispirato dalla bellezza del momento.
“E noi siamo fortunati ad avere amici con cui condividerla,” concluse Fido, mentre si avvicinava a Pongo e Lulù.
Con il cuore leggero e pieno di gioia, i tre amici proseguirono il loro cammino verso casa, già entusiasti delle avventure che li attendevano nel loro tranquillo villaggio