C’era una volta, in un caldo e soleggiato pomeriggio d’estate, una cicala che cantava felice su un albero. La sua musica era dolce e melodiosa, e tutti gli animali della foresta si fermavano ad ascoltarla. La cicala amava cantare e divertirsi, e non si preoccupava affatto del futuro. Ogni giorno era un nuovo giorno di festa, e lei si lasciava trasportare dalla gioia del momento.
Vicino a lei, c’era una formica laboriosa che stava raccogliendo cibo per l’inverno. La formica lavorava instancabilmente, portando granelli di grano e briciole verso il suo formicaio. Ogni tanto, la formica si fermava a guardare la cicala e le diceva: “Cicala, perché non vieni a lavorare? Dovresti prepararti per l’inverno!”
Ma la cicala, ridendo, rispondeva: “Perché dovrei preoccuparmi? È estate, e ci sono così tante cose belle da fare! Vieni a cantare con me!” La cicala ballava e cantava, ignara delle difficoltà che sarebbero arrivate.
La formica scosse la testa e continuò a lavorare. “Un giorno, quando arriverà il freddo, capirai l’importanza di prepararsi,” disse la formica, mentre tornava al suo lavoro. La cicala, però, non si curava delle parole della formica. Continuò a cantare e a ballare, godendosi il sole e la vita spensierata. I giorni passarono, e l’estate volò via.
Quando finalmente arrivò l’autunno, la cicala si rese conto che il clima stava cambiando. Le foglie degli alberi cominciarono a cadere, e l’aria si fece fredda. La cicala, affamata e infreddolita, si rese conto di non avere nulla da mangiare. Non aveva raccolto cibo durante l’estate e ora si trovava in difficoltà. Ogni giorno che passava, sentiva il suo stomaco brontolare sempre di più.
Disperata, la cicala decise di andare a trovare la formica. Bussò alla porta del formicaio e chiese: “Formica, ti prego, dammi qualcosa da mangiare! Ho fame e non ho nulla da offrire!” La formica, sorpresa di vedere la cicala in quella situazione, rispose: “Cicala, durante l’estate ti ho avvertita di prepararti. Io ho lavorato duramente per accumulare cibo, mentre tu hai cantato tutto il giorno. Non posso darti nulla.”
La cicala, triste e affamata, implorò: “Per favore, formica! Ho capito il mio errore. Prometto che non canterò più senza pensare al futuro. Ti prego, dammi solo un po’ di cibo per superare l’inverno.” La formica, vedendo la sincerità negli occhi della cicala, decise di essere gentile. “Va bene, cicala. Ti darò un po’ di cibo, ma ricorda: è importante lavorare e prepararsi per il futuro. Non dimenticare mai questa lezione.”
La cicala ringraziò la formica e promise di essere più responsabile in futuro. Con il cibo che ricevette, riuscì a sopravvivere all’inverno. Ma la vita nel formicaio era molto diversa da quella che aveva conosciuto. La cicala, abituata alla libertà e alla musica, si trovò a dover affrontare la disciplina e il lavoro.
Ogni giorno, la formica la svegliava all’alba e le assegnava dei compiti. Inizialmente, la cicala si lamentava, ma con il passare del tempo, cominciò a comprendere l’importanza di quel lavoro.
Un giorno, mentre raccoglievano cibo insieme, la cicala si fermò e disse: “Formica, non avrei mai pensato che lavorare potesse essere così gratificante. Ogni granello che raccogliamo è un passo verso un inverno sereno.” La formica sorrise e rispose: “Esatto, cicala. Il lavoro può sembrare faticoso, ma i risultati portano gioia e sicurezza.”
Quando arrivò la primavera, la cicala e la formica avevano accumulato una grande quantità di cibo.
La cicala, ora più saggia, decise di utilizzare la sua voce per intrattenere le formiche. Ogni sera, dopo una lunga giornata di lavoro, si riunivano attorno a un fuoco e la cicala cantava canzoni. Le formiche, affaticate ma felici, ascoltavano con attenzione e applaudivano.
La cicala scoprì che la musica non solo portava gioia, ma univa anche gli animali della foresta. Così, un giorno, propose alla formica di organizzare una grande festa per celebrare l’arrivo della primavera. “Possiamo invitare tutti gli animali della foresta! Sarà una festa indimenticabile!” esclamò la cicala.
La formica, inizialmente scettica, accettò l’idea. Insieme, iniziarono a preparare tutto: raccolsero cibo, decorarono il luogo della festa e invitarono tutti gli animali. Quando il giorno della festa arrivò, la foresta si riempì di colori e suoni. Gli animali danzavano, cantavano e si divertivano, e la cicala era al centro dell’attenzione, cantando le sue melodie.
La formica osservava felice, rendendosi conto che, grazie al duro lavoro e alla collaborazione, erano riuscite a creare qualcosa di meraviglioso. Alla fine della festa, mentre gli animali si allontanavano, la cicala si avvicinò alla formica e disse: “Grazie, formica. Ho imparato tanto da te. La vita non è solo divertimento, ma anche responsabilità e condivisione.”
La formica annuì e rispose: “E io ho imparato che a volte è bello lasciarsi andare e divertirsi. Insieme, possiamo trovare un equilibrio.” Da quel giorno, la cicala e la formica divennero buone amiche, condividendo sia il lavoro che la musica.
Morale della storia
La morale di questa favola è che è importante prepararsi per il futuro e non trascurare le responsabilità. Anche se è bello divertirsi, il lavoro e la pianificazione sono essenziali per affrontare le difficoltà della vita. Inoltre, la collaborazione e l’amicizia possono portare a risultati sorprendenti e a momenti indimenticabili.