Il Lupo e l’Agnello
C’era una volta un lupo affamato che, un giorno, mentre passeggiava lungo un ruscello, vide un agnello che stava bevendo. L’agnello, innocente e spensierato, non si accorse nemmeno della presenza del lupo. Ma il lupo, con un occhio astuto, decise di approfittare della situazione.
“Ehi, tu!” ringhiò il lupo, avvicinandosi all’agnello. “Hai inquinato l’acqua che sto bevendo!”
L’agnello, sorpreso e spaventato, rispose: “Ma come posso averlo fatto? Io sono qui più in basso nel ruscello, e l’acqua che bevo non può inquinare quella che bevi tu!”
Il lupo, però, non si lasciò convincere. “Non importa,” disse con voce minacciosa. “Tu sei comunque colpevole. Sei un agnello, e gli agnelli sono sempre colpevoli di qualcosa!”
L’agnello, cercando di difendersi, continuò: “Ma io non ho fatto nulla di male! Ti prego, ascolta le mie parole. Non posso essere responsabile di un’infrazione che non ho commesso!”
Il lupo, però, non era interessato alle giustificazioni dell’agnello. Era affamato e aveva deciso che quello sarebbe stato il suo pasto. “Non ho bisogno delle tue spiegazioni,” ringhiò. “Sei solo un agnello, e io sono un lupo. La forza prevale sempre sull’innocenza!”
L’agnello, vedendo che ogni sua parola era inutile, cominciò a tremare. “Per favore, non mangiarmi! Sono solo un povero agnello, e non ho fatto nulla di male. Ti prometto che non ti darò fastidio!”
Ma il lupo, con un ghigno soddisfatto, si avventò sull’agnello e lo divorò senza pietà.
Morale della Storia
Questa favola mette in evidenza l’ingiustizia della vita, dove la forza spesso prevale sugli innocenti. L’agnello rappresenta l’innocenza e la vulnerabilità, mentre il lupo simboleggia la brutalità e l’abuso di potere. La storia ci insegna che, a volte, non importa quanto siano valide le nostre giustificazioni; ci sono situazioni in cui la forza e l’arroganza possono schiacciare l’innocenza senza alcun riguardo.
La Tartaruga e la Lepre
C’era una volta una lepre molto vanitosa, che si vantava della sua incredibile velocità. Ogni giorno, mentre correva nei campi, derideva gli altri animali, soprattutto la tartaruga, che si muoveva lentamente e con fatica. “Come fai a vivere così lentamente?” le chiedeva la lepre con tono beffardo. “Sei così lenta che potrei addormentarmi e svegliarmi prima che tu arrivi al traguardo!”
La tartaruga, stanca delle continue derisioni, decise di rispondere: “Perché non facciamo una gara? Sono sicura che potrei vincere!”
La lepre, divertita dall’idea, accettò la sfida con un sorriso arrogante. “Va bene, ma sarà una corsa facile per me!” esclamò, ridendo e saltellando.
Il giorno della gara, tutti gli animali della foresta si radunarono per assistere all’evento. C’era grande eccitazione nell’aria, e molti animali facevano il tifo per la tartaruga, sperando che potesse sorprendere la lepre. Quando il giudice, una saggia civetta, diede il via, la lepre partì a razzo, lasciando la tartaruga molto indietro.
La lepre correva veloce come il vento, mentre la tartaruga avanzava lentamente, passo dopo passo. Ma la lepre era così sicura di vincere che, dopo aver percorso una buona distanza, decise di fermarsi e riposarsi sotto un albero.
“Ho tutto il tempo del mondo,” pensò, e chiuse gli occhi, addormentandosi profondamente.
Nel frattempo, la tartaruga continuava a muoversi, senza mai fermarsi. Con determinazione e perseveranza, avanzava lungo il percorso, mentre la lepre dormiva serenamente. Gli altri animali, vedendo la tartaruga così costante, cominciarono a fare il tifo per lei, incoraggiandola a non fermarsi.
Quando la lepre si svegliò, si rese conto che era passato molto tempo. “Oh no! Devo correre!” esclamò, e partì a tutta velocità verso il traguardo.
Ma, mentre si avvicinava, vide qualcosa che la fece fermare: la tartaruga era già lì, che festeggiava la sua vittoria! “Come è possibile?” chiese la lepre, incredula e imbarazzata. “Non posso credere che tu abbia vinto! Ho sottovalutato le tue capacità!”
La tartaruga, sorridendo con gentilezza, rispose: “La perseveranza batte la velocità. Non importa quanto tu sia veloce; ciò che conta è la determinazione e la costanza. Ho continuato a muovermi, mentre tu ti sei fermata.”
Morale della Storia
Questa favola ci insegna che la costanza e la determinazione possono superare anche il talento e la velocità. Non bisogna mai sottovalutare gli altri, né arrendersi di fronte alle difficoltà. La vera vittoria arriva a chi non si ferma mai e persevera, anche quando le circostanze sembrano sfavorevoli. La lezione più importante è che, nella vita, a volte è meglio procedere lentamente ma con fermezza piuttosto che correre e fermarsi lungo il cammino.